Needle ri-parte: intervista a Stella Sacchi


Il 17 marzo, il nostro team di volontari è partito per il Sud Sudan per una nuova missione sanitaria. Un viaggio importante, in un contesto dove l’accesso alle cure è ancora una sfida quotidiana. A prendere parte a questa missione saranno quattro professionisti con esperienza e tanta voglia di dare il loro contributo:

  • Una project manager, che coordinerà il lavoro sul campo e garantirà il buon andamento delle attività
  • Un’anestesista, fondamentale per supportare gli interventi chirurgici.
  • Una pediatra, che si occuperà dei più piccoli, tra i più vulnerabili in un contesto così difficile.
  • Una ginecologa, Stella Sacchi, che in questa intervista ci racconta il suo impegno e le motivazioni che la spingono a partire.


Attraverso questa intervista, vogliamo condividere l’esperienza, le aspettative e le sfide che ci aspettano in questa nuova missione.


Ciao! Aiutaci a spiegare ai nostri lettori chi sei, da dove vieni e cosa ti ha spinto a partire per questa missione

Ciao! Sono Stella Sacchi, una ginecologa ormai in pensione, ho lavorato per più di 30 anni all’ospedale di Moncalieri. Mi sono sempre occupata di volontariato in alcuni paesi dell’Africa, soprattutto in Sud Sudan.


Come ti senti se pensi a questa partenza?

Penso sempre che sarebbe bello poter rimanere li per più tempo per consolidare il lavoro fatto e aiutare il personale del luogo, spesso infermieri, che gestiscono programmi a lunga gestione (come lebbra, malaria, AIDS…), senza il supporto di un’equipe medica, soprattutto per la chirurgia e le emergenze.


Quali saranno le principali sfide che vi troverete ad affrontare?

Le sfide in Sud Sudan non mancano: povertà, guerre tribali, siccità… Ma è importante dare il nostro contributo, per come possiamo.


Nella vostra valigia da volontario, cosa non può assolutamente mancare? E nella vostra valigia personale, invece?

Tanta volontà per il rispetto delle regole e per il rispetto della situazione locale. Non dobbiamo pensare di andare la e di sistemare tutto ma dobbiamo andare pensando di dare una mano ai medici che sono già li e agli infermieri che lavorano già li.


Cosa consiglieresti a chi vorrebbe partire?

La caratteristica più importante per partire è quella di saper partire con una grande disponibilità, un senso di adattamento e poi l’entusiasmo che non deve abbandonarti. Devi avere sempre molto chiaro che sei ospite e che devi rispettare la situazione locale.


Perchè hai scelto di partire con Needle?

Credo che si parta prima di tutto per un senso di giustizia. Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere in un paese libero, in un paese ricco e dove la sanità è una realtà possibile. Non abbiamo scelto noi di vivere qua e non hanno scelto loro di vivere la. Quindi se abbiamo avuto più degli altri dobbiamo anche pensare di dare qualcosa agli altri per un senso di restituzione e giustizia.

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