Venerdì 28 marzo 2025

Alla fine la notizia che si pensava arrivasse è arrivata. Questo è uno di quei giorni in qui ti ricordi di quanto sia imprevedibile il sud Sudan.
Mercoledì il vice presidente è stato messo agli arresti domiciliari. Come lui tutta una serie di governatori e generali della stessa fazione politico-etnica.

Cosa vuol dire questo? L’immediata rottura dei patti di pace che erano stati firmati nel 2018. In 10 giorni il sud Sudan è nuovamente ripiombato nel abisso. Abisso che ci costringe a decidere per un rientro anticipato. La situazione a Wau è tranquilla ma Juba è instabile e quasi tutte le ONG, come le ambasciate, hanno rimpatriato il personale espatriato.

Le nostre volontarie si apprestano anch’esse a ripartire domani.

Il suq di Wau.
Nel tardo pomeriggio, quando il calore del sole un po’ cede.
A fine giornata, quando ci sono molte meno persone per strada.
Dopo aver trascorso tutto il giorno in ospedale… per avere un altro punto di vista di questo paese e di questo popolo.

Accompagnate da Matteo… perché da sole proprio non è cosa da fare, non è sicuro.
Con occhi di bambine e sorrisi pronti sul volto, perché sembra un mondo magico con regole non scritte e non sempre intuibili.
Senza perdere l’attenzione: che non ti rubino i soldi, che le moto incuranti e veloci non ti investano (in Africa il pedone non ha mai precedenza!), che non ti coinvolgano in risse o qualcosa di più serio.

Pronte a entrare nel gioco: stuoie stese a terra al posto delle bancarelle, frutti e verdure tutte in ordine impilate in montagnole da mille pounds (cioè 20 centesimi di euro), i saluti, le battute con le signore che vendono, prodotti che non si sono mai visti prima, botteghe artigiane indaffarate, bambini che sbucano ovunque.

Rientrare infine a casa con gli animi leggeri e le borse piene di manghi…. anche se sono tempi molto difficili a volte basta una piccola cosa per sentirsi meglio.

Torna in alto