Mercoledì 26 marzo 2025

Se fossi nata in Sud Sudan avrei un nome tribale e la pelle scura setosa che, nel tempo, avrei decorato di elaborati arabeschi disegnati sapientemente con bottoni e borchie cicatriziali.

Se fossi nata in Sud Sudan avrei avuto numerosi fratelli e sorelle, un clan etnico di appartenenza e sarei stata educata a odiare le etnie rivali.

Se fossi nata in Sud Sudan a un certo punto della mia infanzia mi avrebbero obbligato alla mutilazione dei miei genitali esterni, passandomi la cosa come obbligatoria per poter diventare una donna e potermi sposare.

Se fossi nata in Sud Sudan, essendo femmina, non sarei andata a scuola o forse, al massimo, avrei frequentato la scuola primaria.

Se fossi nata in Sud Sudan, appena adolescente sarei stata condotta al mercato e messa in mostra, insieme a tante mie coetanee, davanti a un gruppo di uomini in cerca di una nuova moglie.

Se fossi nata in Sud Sudan sarei stata venduta all’uomo che offriva il maggior numero di mucche.

Se fossi nata in Sud Sudan avrei vissuto con un uomo, probabilmente più vecchio di me di 20 o 30 anni, cui sarei appartenuta al pari delle sue mucche, che avrebbe avuto diritto di vita o di morte su di me, e insieme alle sue altre mogli.

Se fossi nata in Sud Sudan avrei avuto 5 o 6 figli e probabilmente avrei desiderato averne di più, perché è quello che tutti mi avrebbero detto avrei dovuto desiderare.

Se fossi nata in Sud Sudan quasi sicuramente sarei morta già da diversi anni, di parto, in una capanna nel bush distante diverse ore di viaggio dal più vicino centro di salute.

“Un altro mondo non solo è possibile, sta per arrivare” (Arundhati Roy)

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